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VIOLENZA: REPRESSIONE SI’, MA INSIEME INVESTIMENTI IN CULTURA

Un ragazzo spara un colpo di pistola ad un altro ragazzo freddandolo a bruciapelo.

È successo in pieno centro a Palermo alcuni giorni fa e a tutti noi sale la rabbia in corpo, la rabbia perché non si può morire a vent’anni in modo così gratuito, la rabbia perché non si può circolare in strada a vent’anni con una pistola in tasca.

E la nostra prima reazione davanti a questo grande dolore qual è? Mettiamo in carcere l’omicida e gettiamo via le chiavi. Ma sappiamo che non serve a nulla.

E che dicono i politici approssimativi, quelli bravi a cavalcare l’umore mutevole delle piazze, quelli pronti ad urlare al microfono con le vene del collo turgide? Più poliziotti, più carabinieri, più militari in città. Ma sappiamo che non serve a nulla. Pensare che di fronte a un ragazzo che va in giro con la pistola in tasca l’unica soluzione possibile sia solo quella di aumentare le pene, oppure le forze dell’ordine in piazza non è la vera soluzione.

Quello che dobbiamo chiedere a questi politici è cosa hanno fatto finora, cosa stanno facendo per evitare che quel ragazzo e tutti i ragazzi di tutti gli Zen d’Italia pensino sia normale andare in giro con la pistola in tasca. E fino a quando non avremo una risposta vera, seria da questi politici non cambierà nulla.

Cosa dovrebbero fare, invece, i politici che hanno una visione, una progettualità? Recuperare dalle casse pubbliche tutti i soldi necessari, magari proprio quelli buttati via da mesi in Albania per mantenere un carcere inutile, per investirli in più poliziotti e carabinieri e militari in strada, in più mezzi e più risorse per loro, ma anche in scuole che funzionano, in palestre aperte tutto il giorno, in luoghi di aggregazione accoglienti…

Perché altrimenti quel ragazzino che ritiene sia giusto uscire di casa con la pistola in tasca e tutti i ragazzini d’Italia che ritengono giusto sopraffare gli altri si sentiranno legittimati a farlo ancora e ancora e ancora, anche se in strada ci saranno centinaia di poliziotti e carabinieri e militari.

Perché se non si investe in sicurezza e in cultura insieme è del tutto inutile moltiplicare la presenza di divise lungo gli assi viari delle nostre città, perché non servirà a nulla. 

Ciro Cardinale
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Presidente Italia Viva Termini Imerese. Laureato in giurisprudenza, dottore di ricerca e master in diritto, lavora come direttore presso un ufficio giudiziario. Giornalista pubblicista è impegnato da anni nel volontariato e nell'associazionismo.

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