Voleva volare, come Icaro nel mito, in alto sulla sanità pubblica siciliana.
C’era una volta, in Sicilia, un uomo che credeva di poterlo fare davvero: Salvatore Iacolino, già europarlamentare di Forza Italia, poi dirigente regionale, infine commissario e direttore generale del Dipartimento Pianificazione Strategica della Regione Siciliana. Un ruolo da “supermanager”: quello che decide, in sostanza, chi dirige le Asp, gli ospedali e una buona fetta del PNRR sanitario. Le sue ali, però, non erano di piume, carne e ossa. Le aveva confezionate, con l’aiuto degli amici di partito, mettendo assieme con la cera delibere, proroghe e decreti assessoriali, con qualche cucitura politica di troppo e con un’abbondante copertura di piume.
Nel 2023 l’assessore alla Salute Giovanna Volo lo sceglie per guidare il Dipartimento più delicato della sanità siciliana: la cabina di regia su fondi, nomine e PNRR. Curriculum lungo, esperienza in ospedale, capacità di manovra: il Dedalo politico lo spinge in volo. Ma presto le ali cominciano a dare segni di cedimento. Nel marzo 2024, l’Assemblea Regionale Siciliana (Commissione Sanità) scopre che Iacolino, da dirigente del Dipartimento che doveva selezionare i nuovi direttori generali delle Asp, si era candidato egli stesso a uno di quei posti. Un piccolo problema di autonomina potenziale, che persino in Sicilia suona male. La questione approda sui giornali, e l’assessore è costretta a precisare: “valuteremo”. Il Giornale di Sicilia titola: “Conflitto d’interessi, imbarazzo in commissione per Iacolino”.
A settembre 2024, la Corte dei Conti fa capolino e comincia a chiedere chiarimenti sulla legittimità del suo incarico. Non tanto per la persona, quanto per il fatto che per coprire incarichi dirigenziali, la Regione è vincolata a privilegiare propri dipendenti che abbiano risposto all’interpello e posseggano i requisiti. La Repubblica Palermo scrive (3 settembre 2024): “Il superburocrate Iacolino finisce nel mirino dei giudici contabili: il suo incarico è illegittimo”. Il sole scotta. Ma in Sicilia, come si sa, un po’ di calore non basta a far precipitare nessuno: basta resistere fino alla prossima brezza politica.
In piena polemica, Palazzo d’Orléans annuncia, nell’aprile 2025, la riconferma di Iacolino alla guida della Pianificazione Strategica. Motivo ufficiale: “garantire continuità gestionale nel PNRR sanitario”. Traduzione: “nessuno sa davvero dove siano i file, meglio non cambiare il pilota”. Il problema? La conferma spacca la maggioranza. Fratelli d’Italia diserta la giunta in segno di protesta; le opposizioni parlano di “atto di arroganza amministrativa”; Italia Viva la definisce “una nomina in nome dell’appartenenza”. Insomma, le piume cominciano a staccarsi una a una.
E proprio da lì ha l’avvio l’ultimo atto di questa parabola. Negli ultimi giorni, tra Palazzo d’Orléans e l’Ars, il governatore Renato Schifani ha cominciato a prendere le distanze dal suo ex protetto. Le voci di corridoio parlano di un presidente pronto a sacrificare Iacolino pur di salvare se stesso: “meglio perdere un uomo che perdere il governo”, avrebbe detto a un interlocutore fidato. Una manovra di puro istinto di sopravvivenza, più che di coraggio politico: i malumori della coalizione crescono, i giornali insistono, e persino Roma osserva con un certo fastidio. Schifani, che fino a ieri difendeva la “continuità amministrativa”, ora sembra pronto a recidere il filo che lo lega al suo Icaro, pur di non bruciarsi le proprie ali di presidente. Una parabola che, come sempre in Sicilia, finisce non con un colpo di scena, ma con un calcolo.
Nel mito, Icaro precipita nel mare Egeo; nel realismo siciliano, Iacolino non precipita mai davvero: si adagia. Le acque della burocrazia sono così dense da reggere anche i voli sbilenchi. Le indagini non producono dimissioni, i rilievi diventano “quesiti tecnici”, le polemiche si trasformano in “dibattiti istituzionali”. E tutto resta sospeso: né volo, né caduta. L’unica cosa che davvero scende è la fiducia dei cittadini nella capacità della Regione di amministrare la sanità senza retroscena.
Già professore ordinario di Gastroenterologia dell’Università di Palermo e Direttore dell’UOC di Gastroenterologia del’AOUP “P. Giaccone”




Non si poteva descrivere meglio di così!
Una piccola digressione, utile. Nel mito Dedalo e Icaro volando da Creta arrivano in Sicilia e qui le ali di Icaro si sciolgono al vapore caldo del monte Kronio e perciò Icaro precipita in mare. Davanti a Sciacca, provincia di Agrigento, quella da cui è originario Iacolino. Tutto torna.
Uno stile elegante per descrivere una storia di appetiti, ambizioni e protervia. La grande abilità del governo regionale e dei suoi dirigenti resta ” il tirare a campare”. Noi proviamo vergogna per questo andazzo e loro non provano neanche imbarazzo.