Renato diesel Schifani, da me soprannominato il Marchese del Grillo de noantri. Fino a ieri il suo motto era: io so io, voi non siete…
Da ieri Schifani è il Marchese dimezzato, parafrasando Calvino ed il suo Visconte dimezzato…
Già, perché dopo aver inferto agli alleati (in primis i Fratelli siciliani) un sonoro schiaffone, un 2-0 netto, piazzando Iacolino al DASOE, ma anche Firenze all’ASP Palermo, ha subito una serie di umilianti bocciature in sede di approvazione della manovra quater all’A.R.S., tante, talmente cocenti e su misure a lui care, che qualunque altro presidente avrebbe rassegnato le dimissioni. Nemmeno la visita al grande protettore, il Presidente del Senato da Paternò, è bastata a risolvere la situazione. UNA VERA CAPORETTO.
E allora il Marchese, il cui attaccamento alla poltrona è da guiness dei primati, HA ACCETTATO DI ESSERE DIMEZZATO. Non solo la nomina di Iacolino è tornata in bilico e si stanno cercando vie d’uscita sostenibili legalmente; ma addirittura gli è stato imposto che la prossima manovra di fine anno, questa volta straordinariamente ricca grazie all’avanzo 2024, non sarà gestita dal fido assessore Dagnino, ma DA UN TAVOLO POLITICO PERMANENTE, composto da due rappresentanti per ogni partito della maggioranza. Che dovrà anche concordare PREVENTIVAMENTE le azioni comuni della coalizione.
Un PRESIDENTE COMMISSARIATO dai suoi alleati, un Marchese dimezzato, la cui attività principale sarà quella di scrivere comunicati comunque trionfalistici.
Abbia un sussulto di dignità, Marchese: si dimetta.
Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.
