Dopo la nostra denuncia sullo stato di avanzamente della spesa sul PNRR, il presidente Schifani annuncia la “corsa ai ripari”, minaccia di rimuovere i dirigenti “inattivi” e invoca gli “specialisti dei salvataggi”. Traduzione: ci siamo schiantati contro il muro del 26% di spesa Pnrr e adesso si cerca un bagnino per il transatlantico che affonda.
La verità è più semplice e meno eroica: se dopo anni di governo e di conferenze stampa siamo ancora fermi ai blocchi di partenza, non è perché i cronometri odiano la Sicilia; è perché chi doveva far partire i progetti ha preferito cambiare microfono anziché cambiare marcia.
Minacciare di cacciare i funzionari è la versione amministrativa dello scaricabarile: se qualcosa non funziona è sempre colpa di qualcun altro, possibilmente del penultimo. Peccato che quei dirigenti siano stati scelti, confermati o lasciati lì proprio da questo governo. Se erano così brillanti da essere celebrati nei comunicati, com’è che all’improvviso diventano “inattivi”? Cercare “specialisti di salvataggi” equivale ad ammettere il naufragio: prima si buca lo scafo, poi si telefona ai sommozzatori.
La sceneggiatura è sempre la stessa: grande indignazione, lettera a tutti i dipartimenti, promessa di “verifiche serrate” e, ovviamente, l’ennesimo vertice in cui ci si dà ragione a vicenda. Ma i fondi si spendono con progetti pronti, gare pubblicate, collaudi fatti e fatture saldate. I cittadini non vogliono titoli a nove colonne, vogliono opere che si vedono e servizi che funzionano. L’unica sanzione che teme davvero la Sicilia è quella del tempo: ogni settimana persa è un pezzo di sviluppo che se ne va, un treno che non passa, un ospedale che non si modernizza, un’impresa che rinuncia.
Invece di minacciare epurazioni a telecamere accese, il presidente pubblichi – assessorato per assessorato – un calendario serio di lavori e di spesa, con responsabilità nomi e cognomi, tempi e penali: niente più interviste, solo risultati. Meno “corsa ai ripari” e più cantieri; meno cabina di regia e più mandati di pagamento; meno annunci e più rendicontazioni.
E, nel caso servisse davvero un commissariamento, c’è un indirizzo comodo per il primo provvedimento: Palazzo d’Orleans, piano nobile.


