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LA MELONI TAGLIA LE RISORSE ALLA SICILIA, SCHIFANI TACE E OBBEDISCE

Ormai il quadro è chiaro. Questo governo nazionale si dimostra, ogni giorno di più, uno dei più disattenti nei confronti del Sud e più lontano dai problemi della Sicilia. Usa il paravento (sempre più esile) del Ponte sullo Stretto per mascherare il suo assoluto disinteresse.

E “costringe” il governo regionale ad utilizzare le sue (limitate) risorse per bilanciare tagli e distrazione di somme operate a livello nazionale.

Analizziamo la manovra di fine anno appena esitata dalla giunta di governo e trasmessa all’ARS, dove, naturalmente, le fameliche e rissose forze della maggioranza la attendono al varco, come i Bravi di Don Rodrigo, per imporre le loro condizioni “territoriali” prima di approvarla. Più che una manovra, una bozza, quindi, ma comunque interessante.

Quali sono le misure più rilevanti? La prima (da 200 milioni di euro) prevede contributi alle imprese fino al 10% del costo annuale, per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato. La proposta deve anche passare al vaglio dell’Europa (oltre che dell’ARS…), che potrebbe considerarla un “aiuto di Stato” e quindi bocciarla, ma, comunque, altro non è se non la riproposizione di DECONTRIBUZIONE SUD, MISURA CHE IL GOVERNO MELONI HA CANCELLATO A PARTIRE DA QUEST’ANNO e che aveva dato in passato ottimi risultati…

La seconda (più modesta, da 10 milioni) mira alla ricostituzione di Zone Economiche Speciali A LIVELLO LOCALE. Come erano in precedenza (E FUNZIONAVANO), prima che il governo Meloni decidesse che davano troppo vantaggio al Sud e che quindi dovessero essere sostituite da una ZES unica. Ciò che contraddice, anche concettualmente, l’idea di una Zona Speciale, sottoposta ad un regime fiscale ed autorizzativo privilegiato, collegata ad un efficace sistema di trasporti e protetta rispetto ad ogni forma di infiltrazione.

Insomma, in entrambi i casi, la MELONI HA SOTTRATTO RISORSE AL SUD E ALLA SICILIA, E HA COSTRETTO IL GOVERNO REGIONALE A SVOLGERE UNA FUNZIONE DI SUPPLENZA, DIREI ANCILLARE. Come, del resto, nel caso del Ponte, dove Salvini ha costretto il governo regionale a “donare” 1,3 miliardi del Fondo Sviluppo e Coesione, risorse importantissime rimaste bloccate chissà per quanto tempo…

Schifani, ed il governo regionale, nulla hanno detto contro la cancellazione di Decontribuzione Sud o contro la trasformazione delle ZES. E OGGI, SUPINAMENTE, SUPPLISCONO AI TAGLI DELLO STATO. 

Peccato, questi 210 milioni potevano servire a ben altro, ad esempio a lanciare un PROGRAMMA INDUSTRIA 4.0 A LIVELLO REGIONALE, per spingere le imprese verso l’innovazione, il rinnovo delle attrezzature, l’automazione, l’aumento della produttività.

Magari insieme ad iniziative per i nostri giovani per favorire la loro creatività, la nascita di imprese innovative. Un’altra occasione perduta. 

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Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.

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