Nel centenario della nascita di Andrea Camilleri, autore che ha reso la Sicilia e il territorio ragusano celebri nel mondo grazie alle avventure del commissario Montalbano, Ragusa si trova a riflettere sulle scelte di programmazione culturale adottate dall’amministrazione comunale.
A mio avviso è stata sprecata un’occasione che avrebbe potuto rilanciare il “fenomeno Montalbano” su scala nazionale e internazionale. Quando si dice cogliere le occasioni, quando si dice governare gli eventi, significa proprio questo: non rincorrerli.
Se questa amministrazione avesse programmato per tempo e non certo venti giorni fa con un filmetto proiettato a Marina ‘Gli arancini di Montalbano’, per dire anche noi festeggiamo il centenario, oggi avremmo potuto parlare di una ricaduta concreta sul territorio.
La popolarità di Camilleri e della serie Montalbano ha contribuito, negli anni passati, a far registrare presenze turistiche esorbitanti nella provincia di Ragusa: è stato grazie a loro che abbiamo raggiunto apici di presenze turistiche veramente esorbitanti. Questo centenario poteva essere il momento per dare continuità all’effetto, non per sancirne la fine.
La celebrazione doveva essere pensata per tempo, coinvolgendo il nostro patrimonio architettonico, a partire dal castello di Donnafugata, luogo iconico per le vicende di Montalbano, e creando eventi itineranti in tutta la provincia. Solo così avremmo potuto ottenere una visibilità nazionale e internazionale, valorizzando concretamente i nostri beni e rafforzando il legame tra cultura e turismo.
Se ci si fosse lavorato un anno fa, se tutti questi consulenti che abbiamo si fossero prodigati a farlo, avremmo avuto risultati tangibili. Invece tutto questo, come al solito, non è accaduto: anziché governare le opportunità, le abbiamo rincorse. Abbiamo proiettato un filmetto di un’oretta in città, senza nessuna ricaduta concreta.
Andrea Camilleri, scomparso nel 2019, nato il 6 settembre del 1925, ha lasciato un’eredità letteraria e culturale che ha fatto della Sicilia e di Ragusa una meta di interesse internazionale: i suoi romanzi sono tradotti in tutto il mondo e la fiction televisiva ambientata tra i paesaggi barocchi della provincia ha portato milioni di spettatori a scoprire le bellezze dell’area.
La ricorrenza poteva rappresentare un’occasione per costruire una programmazione ancora più ricca, coinvolgendo attivamente le tante risorse umane del territorio. Questa era l’occasione giusta per promuovere eventi legati al cinema, al teatro, a mostre e ad attività che valorizzassero gli attori e i professionisti che operano nella nostra città.
Spesso il successo, anche in campo artistico, non dipende solo dal talento, ma soprattutto dalle opportunità che i territori offrono. Organizzare manifestazioni di rilievo avrebbe dato visibilità ai nostri artisti e sarebbe stato un gesto di riconoscenza e gratificazione nei loro confronti, rafforzando la crescita culturale interna e offrendo nuove possibilità di affermazione professionale.
Un’occasione importante che è stata gettata alle ortiche. La programmazione culturale deve essere lungimirante e deve saper valorizzare i nostri punti di forza creando eventi che abbiano un impatto duraturo e generino sviluppo. In questo modo si governa il futuro.
Coordinatore cittadino di Italia Viva Ragusa. Laureato in Giurisprudenza, opera nel campo dell'editoria e del turismo.