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INCENDI IN SICILIA. OGNI ANNO LO STESSO DISASTRO SENZA PREVENZIONE

Si sono appena spenti gli incendi ed ancora fumano le ceneri, nonostante le modeste piogge di oggi degli ultimi giorni. 

La Sicilia è bruciata ancora, una storia tristissima che si ripete ogni anno.

I numeri sono impressionanti, in termini di roghi, ettari andati in fumo, potenziali pericoli per le persone, numero di case evacuate. Zone turistiche di grandissimo pregio in fiamme, dalla Sughereta di Niscemi alla Riserva naturale dello Zingaro, da Makari a Piana degli Albanesi.

Il punto è che questa storia si ripete ogni anno, alla prima giornata di grande caldo e forti venti. Non è assolutamente un evento imprevedibile, al contrario: basta seguire le previsioni metereologiche con una qualche attenzione.

E allora non si può liquidare la vicenda come ha fatto il presidente Schifani. A giudicare dal suo comunicato, la risposta è stata pronta, tutto ha funzionato a meraviglia, inclusa “la Sala operativa unificata regionale inaugurata lo scorso giugno a Palermo per coordinare le forze in campo e potenziare la vigilanza, anche grazie alle convenzioni stipulate con i Vigili del fuoco e alle centinaia di pattugliamenti fatti dai volontari”. Il resto sono solo “attacchi ingiusti e speculazioni politiche” … 

Come si può essere così superficiali ed interessati solo alla propria immagine personale? Come si può scaricare ogni responsabilità ed assumere toni trionfalistici dinanzi a tanti danni, alla devastazione che, sistematicamente ogni anno, colpisce l’agricoltura, gli animali, l’ambiente, la stessa economia? E, ancora, come si può, ogni volta, pensare di superare il problema ricorrendo alla più becera polemica politica?

Presidente, la realtà dei fatti dimostra inequivocabilmente che la Sala operativa unificata non ha funzionato, che c’è un problema gestionale ed organizzativo enorme. Fermo restando l’ammirevole ed eroico sforzo di Vigili del fuoco, Corpo forestale, Protezione civile e volontari (protagonisti, con il loro sacrificio, di 3.000 interventi con 380 incendi domati in tutta la Sicilia), anche sulla gestione degli incendi il suo governo ha fallito miseramente.

Occorre ben altro, presidente, per affrontare problemi così gravi, occorre programmazione e controllo. 

Occorre prevenzione, innanzi tutto, in particolare nelle aree facilmente riconoscibili come più suscettibili di attacchi da parte dei piromani, evitando che i terreni restino non curati e quindi più facilmente infiammabili. Ogni anno lo Zingaro è oggetto di attacco: ci vuole molto a capire che la prevenzione lì è particolarmente necessaria? Il capillare monitoraggio del territorio è la prima regola, soprattutto nelle zone a più elevato rischio.

Ma occorre anche un protocollo di emergenza regionale che, all’insorgere dell’allarme meteo, coinvolga tutti gli attori istituzionali, ma anche le forze dell’ordine, i volontari e le associazioni di categoria per prevenire e contrastare con efficacia gli incendi. Ancora, occorre potenziare le dotazioni e il personale addetto allo spegnimento, per intervenire con la massima tempestività.

Presidente, il report di Legambiente “L’Italia in fumo” dice che la Sicilia è già maglia nera nel 2025, con ben 16.938 ettari andati in fumo per la molteplicità dei roghi. I suoi trionfalismi sono solo chiacchere, la realtà è una Sicilia che nel 2025 brucia appena arriva lo scirocco.

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