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LA CONSAPEVOLEZZA DEL VOTO: CONDIZIONE PER LA RIVOLUZIONE CULTURALE

Condivido in pieno l’appello di Fabrizio Micari. Bisogna passare da una classe dominante estrattiva a una vera classe dirigente che abbia come obiettivo “il bene comune”!

Tutto ciò è complicato perché anche la classe dirigente del Paese di destra e sinistra alimenta la creazione di cacicchi funzionali al governo del Paese. La vera rivoluzione non può che passare dalla creazione di un elettorato attivo che abbia consapevolezza del suo voto.

Con una scuola che abbatta la dispersione scolastica, abbia il tempo pieno generalizzato, asili nido disponibili, con posti di lavoro che non siano lo scambio tra voto e consenso! Strada lunga e difficile che trasformi il Sud da colonia interna a vera area dove regna la democrazia rappresentativa.

Guardiamo alle infrastrutture: il governo ha annunciato la nascita del Tavolo Tecnico per il recupero delle opere incompiute. Una buona notizia, certo. Ma sarà buona anche per la Sicilia? Dipenderà da cosa si considera “prioritario”. Perché tra le incompiute più simboliche – e più ignorate – c’è la linea ferroviaria Palermo–Messina: un’arteria vitale che, a oltre 160 anni dall’Unità, è ancora in buona parte a binario unico.

Non un caso. Ma una scelta. Mentre il Nord avanza a 300 km/h, il collegamento tra le due città siciliane arranca con tempi di percorrenza indegni di una regione europea: oltre 3 ore per 220 km. Lavori a tratti, cantieri a intermittenza, fondi promessi e rimandati. Il raddoppio ferroviario è il simbolo perfetto della Sicilia bollita: un’opera avviata, discussa, parzialmente finanziata, ma mai pienamente completata.

Oggi abbiamo una nuova occasione. Il DL Infrastrutture e il Tavolo tecnico possono – se lo si vuole davvero – rilanciare il raddoppio della linea Palermo–Messina, portarlo al centro delle priorità nazionali, usarlo come cantiere-simbolo del Sud che non aspetta più.

Non è questione di treni. È una questione di dignità, di mobilità, di cittadinanza piena. È tempo di raddoppiare il binario e il rispetto.

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