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IL CASO QUETZAL: A CHI SPETTA IL MANTENIMENTO DELL’ORDINE PUBBLICO?

La vicenda del Quetzal mette al centro dell’attenzione il tema della sicurezza e delle misure di prevenzione nelle attività di pubblico spettacolo. L’attuale schema, o almeno quello più seguito, è quello di una prevenzione che finisce per limitare l’attività di impresa e non colpire i veri autori di disordini e danni. 

Ad oggi, come nel caso del Quetzal, anche se hai rispettato tutti i regolamenti e le misure di prevenzione, se accade qualcosa, non solo nel locale, ma anche all’esterno, si sospende l’attività, con grave danno economico e di immagine.

Quindi, se nonostante il rispetto tutte le regole, un pazzo, “un branco” compie un atto inconsulto mi sospendono l’attività. Quindi al danno si unisce la beffa.

È evidente che l’imprenditore può e deve mettere in atto tutte le azioni preventive, ma non può e non deve intervenire nel momento in cui si passa ai compiti di pubblica sicurezza.

Nel caso di una ressa, di un trambusto, di qualunque azione che mette in discussione il mantenimento dell’ordine pubblico, della sicurezza dei cittadini, della loro incolumità e della tutela della proprietà, diventa azione di pertinenza della pubblica sicurezza, che non può e non deve essere demandata ai cittadini, ai proprietari, ai gestori.

Esprimo la mia solidarietà ai gestori del Quetzal e ritengo, per evitare il ripetersi di situazioni che mettono in discussione il rapporto fiduciario tra imprenditori e forze dell’ordine, che Prefetto e Questore debbano immediatamente convocare le associazioni di Categoria in una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza.

E’ necessario individuare correttamente il confine tra quello che è prevenzione organizzativa di un evento, che può essere demandata ai civili, e quello che resta di competenza della pubblica sicurezza ed individuare i meccanismi di collaborazione tra i proprietari che vanno tutelati senza che siano costretti ad assumere una “responsabilità oggettiva” che per essere mantenuta dovrebbe trasformare gli imprenditori in rappresentanti di pubblica sicurezza.

Giovanni Felice
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Dal 1984 al 2012 ha rivestito ruoli apicali in Confesercenti: Presidente provinciale e regionale, Vicepresidente nazionale. Nel 2012 ha fondato l’associazione Liberimpresa che poi ha aderito a Confimprese Italia. Attualmente è Presidente di Confimprese Palermo, Coordinatore Regionale per la Sicilia e vicepresidente vicario Nazionale. Ha ricoperto ruoli in diverse commissioni Comunali aventi per oggetto il Commercio. Ha fatto parte dell’osservatorio Regionale per il Commercio e della Giunta Camerale di Palermo ed Enna.

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