La Ministra Bernini ha firmato un nuovo ed ulteriore decreto di attuazione della Riforma d’Accesso agli Studi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Il quadro è adesso chiaro. Ed è possibile formulare un giudizio completo.
Chiariamo subito che, al di là di ogni retorica e mistificazione, Medicina, Odontoiatria e Veterinaria continuano a rimanere a numero chiuso. Dopo un primo semestre aperto, ragazzi e ragazze sosterranno test nazionali (ritornano!!!) sulle materie studiate, i cui risultati saranno parte determinante per la collocazione nella graduatoria di merito nazionale.
Coloro che si collocheranno in posizione utile rispetto al contingente programmato dal Ministero potranno continuare con il secondo semestre. Gli altri dovranno ripiegare su un cosiddetto corso affine, scelto al momento dell’iscrizione, portandosi in dote i crediti acquisiti con i test.
I quattro punti fondamentali della Riforma sono quattro:
- la clausola di invarianza finanziaria: nessun nuovo onere è previsto per la finanza pubblica, si tratta della solita (ed impossibile) riforma a costo zero.
- l’afflusso di studenti al primo semestre (libero) sarà imponente: su sedi come Palermo o Catania si potranno immaginare non meno di 3000-4000 studenti.
Che didattica si potrà garantire con le risorse di docenza, di aule e di laboratori oggi disponibili, essendo la riforma a costo zero? Torneremo alle lezioni nei cinema o nei teatri? Come si possono formare ragazzi in biologia, chimica, fisica con laboratori certamente insufficienti per questi numeri?
Il decreto ammette che sia derogabile qualunque limite previsto dalla attuale normativa per quanto riguarda numerosità massima delle classi, requisiti minimi di docenza, tutti criteri che hanno garantito qualità in questi anni.
Ma vi è di più: prevede che in caso di iscrizione al primo semestre di un numero di studenti superiore alla propria capacità ricettiva, le Università garantiscono adeguate modalità di erogazione della didattica: in altre parole, il decreto dà via libera alle lezioni on line, inevitabili con numeri prevedibilmente assai elevati.
- Questo numero di ragazzi dovrà essere valutato agli esami secondo standard e modalità di verifica uniformi su tutto il territorio nazionale, dice la Legge di Riforma. Non può che essere così, perché, come detto, la graduatoria sarà nazionale.
Gli esami di profitto dei tre insegnamenti saranno dei test, si svolgeranno nella stessa data e contemporaneamente in tutte le università e saranno ripetibili dopo 15 giorni. La prova consisterà nella somministrazione di 31 domande per insegnamento (tra risposta multipla e risposta a completamento), per il cui svolgimento è assegnato un tempo di 45 minuti.Le prove di esame saranno valutate in trentesimi, più eventuale lode.
Avete letto bene: i test erano usciti dalla porta, erano stati stigmatizzati come la causa di ogni nefandezza, e adesso sono rientrati dalla finestra. L’unica differenza è che saranno maggiormente focalizzati su chimica, biologia e fisica ed avverranno al termine di un semestre di preparazione universitaria (con ogni probabilità, a distanza).
- Un ultimo aspetto, importantissimo. La legge delega approvata a marzo parla della possibilità per gli aspiranti studenti di frequentare corsi di orientamento, organizzati, tra gli altri, dagli ordini professionali. Alla frequenza di uno di questi corsi dovrebbe corrispondere un punteggio utile per la formazione della graduatoria, ciò che li rende assolutamente necessari, visto il livello asperrimo della competizione.
Mi sento di escludere che i corsi saranno gratuiti, né la legge lo impone esplicitamente. Nella sostanza si riproporrà, anzi direi che si “istituzionalizzerà” l’odioso meccanismo dei corsi di preparazione a pagamento (salato) oggi imperante.
Riassumiamo. Volere cambiare le cose senza introdurre i necessari investimenti rende il sistema ancora peggiore del punto di partenza.
Il principio del semestre filtro avrebbe potuto essere ragionevole. Ma offrendo una adeguata qualità della didattica (aule, docenti, laboratori) e serietà nella valutazione sulle materie del semestre.
Con la Riforma del governo Meloni e della ministra Bernini si avrà lo scadimento della qualità della didattica al primo semestre, si perpetuerà il meccanismo dei test ancorché modificati e spostati alla fine del semestre, e continuerà il lucroso business dei corsi di preparazione, travestiti da orientamento.
E, ancora peggio, si illuderanno migliaia di ragazzi, che, nei fatti, perderanno un semestre, per trovarsi a febbraio con un pugno di mosche in mano.
Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.