Al di là degli aspetti giudiziari che faranno il loro corso e che ci vedranno come sempre garantisti in attesa del giudizio, ciò che emerge dall’inchiesta è che per Fratelli d’Italia la Cultura non è recupero, tutela, valorizzazione, promozione e fruizione del patrimonio artistico ed etno-antropologico, ma esclusivamente il business che si ricava dall’organizzazione di eventi e spettacoli (naturalmente a pagamento), utili per la passerella dei politici, ma soprattutto per fare affari e clientele.
Il tutto attraverso finanziamenti, incarichi ed appalti conferiti con procedura diretta a fondazioni, associazioni ed imprese amiche.
Da Cannes ad Agrigento Capitale, dalla Fondazione Federico II all’ultima sagra del fico d’India o del capitone.
Un sistema inaccettabile che costa ogni anno non meno di 200 milioni di euro alle casse della Regione e quindi ai cittadini siciliani.
In attesa del giudizio della magistratura, noi esprimiamo un giudizio politico fortemente negativo e chiediamo con forza:
1. al Presidente Schifani, che ha fatto “saltare teste” per molto meno nella logica dello scaricabarile, di togliere immediatamente le deleghe su turismo e beni culturali ai due assessori di Fratelli d’Italia al Turismo (Amata) e Beni Culturali (Scarpinato).
2. Al Presidente dell’ARS Galvagno, che ha deciso di restare al suo posto, di sganciare la sua figura dalla gestione della Fondazione Federico II, ripristinandone le condizioni di regolare funzionamento. Rispettando lo Statuto della Fondazione che impone la nomina di un direttore competente e meritevole ed interrompendo la lunga e incomprensibile fase del “facente funzione”. Una nomina che avvenga a valle di una selezione libera e di respiro internazionale e che guardi esclusivamente al merito e le competenze.
3. Mai più risorse per mancette clientelari spacciate per “cultura” nelle manovre economiche approvate in assemblea regionale siciliana!
DICIAMO BASTA ALLA CULTURA USATA COME PARAVENTO DEL BUSINESS!
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