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L’OCCUPAZIONE CRESCE, MA CON SALARI BASSI. ED ESCLUDE DONNE E GIOVANI.

A maggio 2025 gli occupati sono aumentati di 408 mila unità rispetto allo scorso anno. La crescita occupazionale, è trainata per la maggioranza da contratti a tempo indeterminato.

Questi dati sull’occupazione fanno dire al governo e alla sua stampa amica che siamo di fronte a risultati mai visti dal 2004 e qualcuno, anche per questo, candida al Nobel per l’economia la Meloni. 

Ciò che non dicono, ma che dall’analisi dei numeri viene fuori è un’altra realtà!

Crescono principalmente gli occupati over 50 anche tra le donne, e non è solo l’effetto dell’invecchiamento della popolazione, di cui ho già parlato in un precedente articolo pubblicato sul Blog di Italia Viva Sicilia, ma per altri fattori: la permanenza al lavoro per un periodo maggiore, per l’elevamento della età pensionabile e i salari bassi che costringono molti lavoratori a posticipare l’uscita producendo l’effetto che i giovani trovano lavoro con grande difficoltà e sempre più precario.

Questo effetto non è nuovo. Negli ultimi 20 anni circa, il tasso di occupazione degli over 50 è cresciuto di 20 punti percentuali mentre quello dei giovani tra i 25 e i 34 anni è sceso di 2 punti percentuali (dati ISTAT).

Abbiamo una generazione a rischio estinzione dal mondo del lavoro, non solo per motivi demografici, ma anche per un sistema Paese che non riesce a offrire delle opportunità. 

Siamo ultimi in Europa per tasso di occupazione totale femminile, maschile e giovanile. Questa è la verità!

A esaminare bene i numeri, in Italia si producono posti di lavoro prevalentemente nei settori a bassa produttività e bassi salari. Sono lavori senza prospettiva per la crescita dal Paese e i giovani fuggono. Non si investe in ricerca e sviluppo penalizzando l’innovazione e con essa la qualità del lavoro. Per non parlare della mancanza di servizi sociali e sanitari che penalizzano il lavoro delle donne.

Abbiamo un sistema produttivo fatto di microimprese (meno di 10 dipendenti) che costituiscono la maggior parte, con una quota che supera il 90% del totale delle imprese, poco propense all’innovazione.

Aumentano gli occupati, sì è vero, ma il sistema economico resta debole, incapace di dare prospettive e retribuzioni adeguate.

Abbiamo bisogno di un nuovo modello di Paese fondato sull’innovazione, sulla formazione, sulla valorizzazione delle competenze, che mette al centro, donne, giovani e il Sud, per dare dignità e prospettive al lavoro. Su questi temi, è possibile far stare insieme, convintamente, tutto il centro sinistra? 

Servono scelte coraggiose e il centro sinistra ha l’obbligo di farle per il futuro del Paese.

ROSA MONTALTO
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Commercialista e Revisore legale. Per oltre 30 anni impegnata nell’associazionismo d’impresa e, dal delitto di Libero Grassi, nell’associazionismo antiracket e antiusura. Vicepresidente Comitato Pari Opportunità ODCEC di Palermo. Componente di Giunta della Camera di Commercio di Palermo-Enna per due mandati e componente del Consiglio Camerale per quattro mandati fino al 2023. Responsabile Pari Opportunità di Italia Viva Sicilia

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1 commento

  1. Senza una giusta prospettiva di lavoro la nostra società si sta desertificando: non solo i giovani emigrano nei paesi dove trovano opportunità adeguate, ma quelli che restano non sono agevolati nelle loro scelte familiari. Così la demografia ci condanna ad un inesorabile declino, e alla scomparsa della nostra civiltà. Per coloro che si riempiono la bocca della “civiltà occidentale “ è l’ennesima contraddizione. Così come lo è abbandonare allo spopolamento le comunità dell’interno, che propongono modelli di vita più umani. Una scelta insensata, oggi che con le tecnologie e l’AI sempre più il lavoro è svincolato da una sede fissa. La rete di comuni distribuita in tutta la penisola è ciò che storicamente ha fatto grande l’Italia. Basti pensare all’arte diffusa nei piccoli e piccolissimi borghi del Paese, sede a volte di grandi capolavori.

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