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HomeCultura e FormazioneMEDICINA, PARTE LA RIFORMA. COME PRIMA, ANZI, PEGGIO DI PRIMA.

MEDICINA, PARTE LA RIFORMA. COME PRIMA, ANZI, PEGGIO DI PRIMA.

Lunedì scorso si sono aperte le iscrizioni ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Medicina Veterinaria secondo il nuovo sistema che prevede un semestre filtro, aperto a tutti, e poi i test per la formulazione della graduatoria di ammissione. A tutti i ragazzi e le ragazze che si stanno iscrivendo va, naturalmente, il nostro più caldo e sincero in bocca al lupo!

Le iscrizioni si sono aperte con un messaggio trionfalistico e mistificatorio della ministra Bernini, che continua a sostenere che “l’iscrizione a Medicina è libera”, continua a parlare di “Medicina aperta a tutti, cercando di nascondere con le parole una realtà chiara: questa riforma è l’ennesimo fallimento del governo Meloni.

La realtà è infatti che:

  • NON è stato abolito il numero chiuso: al termine del semestre filtro, la graduatoria sarà tagliata in funzione del numero di posti programmato per ciascun Ateneo, escludendo quindi gli studenti con i punteggi più bassi. Come prima.
  • NON sono stati aboliti i test, che, al contrario, continueranno a determinare la selezione con 31 domande (15 a risposta multipla e 16 ad inserimento) per ciascuna delle materie, Chimica, Fisica e Biologia. Come prima.
  • NON scompariranno i corsi a pagamento a “sostegno degli studenti per la preparazione degli esami: Internet è piena di proposte pubblicitarie da parte di aziende nazionali e locali che promettono un supporto personalizzato. Come prima.

In compenso peggiorerà nettamente la qualità della didattica e della formazione di base dei futuri medici. I tre corsi anzidetti avranno durata accelerata (circa due mesi e mezzo) e saranno erogati nella maggior parte dei casi on line. Palermo lo ha già dichiarato esplicitamente, come tutti gli Atenei di maggiori dimensioni. D’altra parte, l’alternativa era fare lezione nei cinema a classi di 400-500 persone od on line

È evidente lo scadimento della qualità della formazione di base, in materie come Chimica, Fisica e Biologia, fondamentali per i medici, su cui tradizionalmente si è imperniata gran parte della didattica successiva. 

Con il sistema precedente, le stesse materie venivano insegnate durante i sei anni del corso di laurea, assicurando una numerosità massima per la classe, lezioni in presenza, laboratori ed esercitazioni a supporto. Ora si studieranno in poche settimane, a distanza, ed esclusivamente nella logica del superamento di un test a crocette: sì, quel famigerato test a crocette, prima considerato la fonte di ogni male, che oggi ritorna, osannato dalla ministra e dal centrodestra. 

E la Bernini, quest’anno, non è riuscita ad aggiungere l’ultima ciliegina su una torta già avariata: non c’è stato il tempo di organizzare i corsi di orientamento, previsti dalla legge, ai quali verrebbero associati crediti formativi utili nella formulazione della graduatoria. Corsi che possono essere organizzati in collaborazione con gli Ordini, a pagamento, e che, di fatto, saranno obbligatori visto che entrano nella graduatoria. Ma, niente paura: il business è solo rinviato di un anno…

Insomma, una riforma sbagliata e fallimentare. Che illuderà migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze che a Natale si troveranno ad aver perso sei mesi. I posti disponibili sono poco più di 20.000, si attendono più di 60.000 iscrizioni a livello nazionale.

Ma anche, una riforma che lascerà coloro che invece riusciranno ad entrare nel numero chiuso (chiamiamolo con il suo nome), con una preparazione raffazzonata, approssimativa, costruita solo per superare il test. In altre parole, li lascerà senza basi: e sono i medici del nostro futuro.     

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Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.

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