L’Unione europea si basa su alcuni principi e i valori comuni: libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di Diritto, promozione della pace e stabilità.
Principi che sono anche alla base dello sviluppo economico e sociale raggiunto dall’Unione Europea per tutti i propri stati-membri. I Paesi dell’Europa centrorientale hanno raggiunto progressi spettacolari in termini di libertà, sviluppo economico e sociale, diritti umani e ambiente, specialmente se paragonati agli anni poveri e bui del comunismo.
Tutto ciò premesso, in questi giorni si sono svolte le chiacchieratissime elezioni presidenziali in Romania, in cui il candidato di estrema destra, Simion, ha raggiunto al primo turno il 40% staccando nettamente i rivali.
Quando si sentono i giovani “TikToker” rumeni dire che il candidato Simion “ci libererà dalla dittatura della Von der Leyen” c’è da rimanere allibiti. Non solo per la sua piattaforma politica, ma perché è di fatto un fantoccio di Georgescu che, a sua volta, è contro l’Unione Europea e celebra le gesta della Guardia di Ferro, cioè i nazisti romeni della Seconda Guerra mondiale analoghi alle SS di Hitler…
La Romania ha avuto diverse dittature nella sua storia: nazifasciste prima e durante la seconda guerra mondiale e poi dittature comuniste dopo la guerra. Dittature vere, e mostruose, che hanno provocato innumerevoli lutti e distruzioni.
Prima di entrare in Europa, la Romania ha conosciuto una dittatura ferrea che l’aveva portata a una povertà spaventosa. Una vera dittatura, dove non esisteva alcuna libertà e si viveva male, molto male. Altro che dittatura europea. Grazie alla “cattiva” Europa la Romania ha fatto progressi impensabili solo venti anni fa.
Eppure Simion in Romania ha raccolto il 40% dei voti al primo turno elettorale presentandosi quale sostituto di Georgescu e con le stesse convinzioni anti-europee. Si è già parlato in Italia di Georgescu quale presidente ritenuto incandidabile dalla Giustizia romena. Qualcuno si è chiesto perché? Pochi.
Ebbene, i capi d’accusa nei confronti di Georgescu – padrino di Simion – sono i seguenti: istigazione ad azioni contro l’ordine costituzionale, comunicazione di false informazioni, false dichiarazioni finanziarie in forma continuativa, promozione in pubblico del culto di persone colpevoli di crimini di genocidio e crimini di guerra, costituzione o sostegno a un’organizzazione di carattere fascista, razzista, xenofoba o antisemita.
Gli hanno trovato valanghe di soldi per corrompere e armi adatte ad organizzare un colpo di Stato. Tutti questi capi d’accusa sono stati avvalorati dalla Corte Suprema con prove evidenti, quando non in flagranza di reato.
Georgescu non è precisamente uno che ha rubato una mela e nemmeno uno che si è comprato un appartamento con i soldi pubblici. Più precisamente è uno che vorrebbe far tornare la Romania alle atroci condizioni vissute ai tempi miseri e luttuosi dei dittatori del passato: Ceausescu, Groza, Antonescu…
Veniamo a Simion che è appunto una marionetta di Georgescu, tanto che ha già comunicato che nel caso di elezioni Georgescu sarà il primo ministro. Insomma esci dalla porta ed entri dalla finestra non vale solo in Italia.
La politica MAGA americana, alla quale Simion si ispira, va di fatto in collisione con i valori dell’Unione. E si associa a quelli di Orban in Ungheria e Fico in Slovacchia.
Simion strizza l’occhio e prende come esempio gli USA. Ma la politica di Trump è basata su America First, non Romania First e tantomeno Unione Europea First. E quindi? Dov’è il vantaggio per la Romania – e altri paesi europei – nell’essere pro-Trump? Non si capisce. Anche perché benefici Trump non ne sta portando all’Europa.
Si formerebbe così un trio che, come gli altri movimenti trumpisti, è in contraddizione e cortocircuito logico di continuo: Orban in Ungheria, Fico in Slovacchia e Simion in Romania.
Ungheria First vuol dire infatti essere in collisione con Romania First e Slovacchia First per evidenti e storiche dispute territoriali esistenti tra Ungheria, Slovacchia e Ungheria. Al contempo, Romania First significa essere contro Ungheria First e contro quell’Unione Europea che ha finalmente portato a uno sviluppo economico e sociale senza precedenti per la Romania.
E lo stesso vale per Slovacchia e Ungheria guidate dalle contraddizioni viventi Fico e Orban. E tutti e tre i leader di questi Paesi, al momento privi di memoria storica in gran parte dell’elettorato, guardano proprio a quella Russia che li ha dominati, umiliati e impoveriti per decenni. Tanto da volere partecipare alla Parata della Vittoria a Mosca. Una parata dove Orban e Fico vogliono ammirare la sfilata dei nazisti russi di oggi che festeggiano la vittoria contro i nazisti ungheresi e slovacchi del 1945.
Il festival del grottesco, insomma. E purtroppo siamo solo all’inizio.
Articolo già pubblicato sul blog: www.maredolce.com: https://www.maredolce.com/2025/05/06/romania-simion-puo-formare-un-nuovo-trio-di-smemorati-cronici/

Gabriele Bonafede
Master in Public Policy and Planning alla facoltà d’economia della Northeastern University di Boston, USA (1993), Gabriele Bonafede è dottore di ricerca in Pianificazione Territoriale (1994). Nel 1996 si è specializzato in Regional Studies in Developing Countries al MIT di Cambridge (USA). Dal 1992 lavora quale economista nell’ambito della cooperazione internazionale, principalmente per progetti e programmi di sviluppo finanziati da UE, GIZ, ADB, EBRD, EEA, SDC e altri donors internazionali.