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BANKITALIA: IN SICILIA L’ECONOMIA RALLENTA, ANCHE SE TRAINATA DAL PNRR. MA SCHIFANI ESULTA…

Sono stati pubblicati in questi giorni i rapporti della Banca d’Italia sull’andamento delle economie regionali nel 2024 (https://www.bancaditalia.it/media/notizia/presentazione-dei-rapporti-annuali-sulle-economie-regionali-2025/). 

Per quanto riguarda la Sicilia, si registra una crescita superiore alla media nazionale ma minore di quella registrata l’anno precedente. 

L’andamento dell’economia siciliana nel 2024 è così sintetizzato da Bankitalia: “Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) nel 2024 in Sicilia il prodotto è aumentato dell’1,3 per cento, una crescita superiore a quelle della macroarea e dell’Italia, ma meno intensa rispetto all’anno precedente. Nonostante la robusta ripresa successiva alla pandemia, non sono stati recuperati completamente i livelli di attività precedenti la crisi del 2008-09, a differenza di quanto si è osservato per l’intero Paese”.

“Tra i principali settori produttivi – aggiunge – il valore aggiunto si è ridotto in misura marcata nell’industria in senso stretto (di quasi un quarto) e nelle costruzioni (un quinto); per entrambi i settori il calo è stato più accentuato di quello registrato nel Mezzogiorno e in Italia. Nei servizi la dinamica è stata invece lievemente positiva (0,5 per cento), ma molto più debole rispetto alla media del Paese (7,8).”

Il calo del valore aggiunto, secondo Bankitalia, è imputabile a fattori di lungo termine sostanzialmente demografici: “…alla contrazione della popolazione (-4,0 per cento) si è associata anche la progressiva riduzione della quota di persone in età lavorativa (-1,7), soprattutto nel periodo post pandemico.”

L’economia della Sicilia continua ad essere trainata dalla politica economica dell’Unione Europea

“Nel 2024 le spese degli enti territoriali siciliani sono cresciute – afferma Bankitalia – riflettendo l’aumento della spesa corrente primaria in tutte le sue componenti. È invece diminuita quella in conto capitale, in particolare i contributi alle famiglie e alle imprese e gli investimenti fissi che, dopo la forte espansione registrata nel 2023, si mantengono ancora su livelli elevati nel confronto storico. In base alle informazioni disponibili più recenti oltre i quattro quinti delle risorse del PNRR assegnate ai soggetti attuatori pubblici risultavano aggiudicati; i lavori avviati o conclusi erano pari a poco meno della metà delle gare espletate.”

Ne emerge un quadro che indica un rallentamento degli effetti positivi derivati dall’attuazione dal PNRR e che fatica a produrre impatti strutturali e durevoli in termini di industria, innovazione, continuità delle esportazioni – anche a causa della congiuntura negativa di prospettiva provocata dai dazi americani – e mantenimento della forza lavoro potenziale nell’Isola che è in tutta evidenza penalizzata da bassa natalità ed emigrazione. Il progresso del PIL siciliano, in definitiva, è più legato ai servizi pubblici e ai consumi che alla crescita industriale. Da un lato aumenta l’attività del settore turistico e del terziario in generale, dall’altro agricoltura e industria, regrediscono o segnano il passo. 

L’occupazione continua a registrare una crescita e contribuisce all’aumento dei consumi delle famiglie, agevolato anche dalla riduzione dei tassi di interesse della BCE e quindi del costo del credito.

Inoltre, commenta Bankitalia: “La spesa per investimenti, sostanzialmente invariata rispetto al 2023, ha beneficiato delle politiche pubbliche di incentivazione e si è indirizzata anche verso le tecnologie avanzate e il miglioramento dell’efficienza energetica.”

Per quanto riguarda l’outlook sul 2025, Bankitalia aggiunge che “Le aspettative per l’anno in corso risentono dell’elevata incertezza geopolitica. Sono diminuite le esportazioni; il calo dei prodotti petroliferi è stato solo in parte controbilanciato dall’incremento degli altri beni.”

In particolare, riguardo ai dazi, il rapporto afferma che le esportazioni siciliane verso gli Stati Uniti sono costituite principalmente da prodotti elettrici, petroliferi e agroalimentari e “potrebbero risentire dell’inasprimento dell’imposizione tariffaria sulle importazioni dall’Unione europea.” 

È importante notare che il settore siciliano delle costruzioni ha continuato a crescere ma in rallentamento, “sospinto – afferma Bankitalia – dall’espansione dell’attività nel comparto delle opere pubbliche”. Il che dimostra ancora una volta che l’incremento del PIL è in gran parte dovuto al PNRR. È dunque lecito dedurre che una volta terminato l’effetto PNRR ci si può aspettare un ulteriore rallentamento dell’economia siciliana.

Il terziario ha continuato nel 2025 l’andamento positivo nel 2024 ma il rapporto sulla Sicilia avverte che “la dinamica del valore aggiunto ha tuttavia perso vigore rispetto all’anno precedente.”

“La domanda estera ha sostenuto il comparto turistico e il trasporto aereo” afferma ancora BankitaliaD’altronde, aggiungiamo alle considerazioni del report, il crollo del turismo verso gli Stati Uniti essenzialmente dovuto a una politica estera aggressiva e incomprensibile da parte di Trump, potrebbe favorire destinazioni alternative nel resto del mondo, tra le quali la Sicilia. A patto però che altre incertezze nello scacchiere mediterraneo non influiscano negativamente sugli arrivi turistici in Sicilia.

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 Master in Public Policy and Planning alla facoltà d’economia della Northeastern University di Boston, USA (1993), Gabriele Bonafede è dottore di ricerca in Pianificazione Territoriale (1994). Nel 1996 si è specializzato in Regional Studies in Developing Countries al MIT di Cambridge (USA). Dal 1992 lavora quale economista nell’ambito della cooperazione internazionale, principalmente per progetti e programmi di sviluppo finanziati da UE, GIZ, ADB, EBRD, EEA, SDC e altri donors internazionali.

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