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BRACCIALETTO ELETTRONICO: E NORDIO HA PERSO UN’ALTRA OCCASIONE PER TACERE

Sono di questi giorni gli ultimi due tentati, fortunatamente solo tentati, femminicidi in Sicilia.

A Messina una donna ha rischiato di morire accoltellata, a Scicli il tentativo di uccidere è stato fatto, addirittura, con un’ascia. Stavolta due donne ce l’hanno fatta! Ma, troppe ancora, continuano a morire per mano di uomini che odiano le donne!

Al question time che si è svolto ieri al Senato, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha risposto a una serie di domande sul funzionamento e sui malfunzionamenti dei braccialetti elettronici “antistalking, questione di cui la politica è tornata a occuparsi dopo alcuni femminicidi commessi, nonostante, agli aggressori già denunciati i giudici avessero assegnato questo strumento.

Nordio ha spiegato che il funzionamento del braccialetto elettronico è molto spesso incompatibile con i mezzi di trasporto delle persone, in quanto, nel momento dell’allarme la vittima si può trovare ad una distanza non compatibile con i necessari tempi  di intervento delle forze dell’ordine. Nordio, non contento, ha aggiunto:

«Dobbiamo coniugare questi due elementi dando un’allerta alla vittima, affinché sia in grado, nel momento in cui coglie questo momento di pericolo, di trovare delle forme di autodifesa, magari rifugiandosi in una chiesa o in una farmacia, in un luogo più o meno protetto».

Dire alle donne di fuggire dall’aggressore trovando un rifugio di fortuna denota una forte superficialità e mette in pericolo le vittime.

Che questo governo non brilli per la sua sensibilità ai temi che riguardano la violenza di genere è cosa risaputa. Siamo indignate! 

Il braccialetto elettronico non sempre è adeguato, è vero che le forze dell’ordine spesso non arrivano nei tempi utili per fermare il femminicida, come è vero che può capitare che non funzioni, o si attivi troppo tardi, e non segnali la presenza dell’aggressore. E allora? Diciamo le cose come stanno, le ragioni per le quali le forze dell’ordine non arrivano o arrivano troppo tardi, non hanno a che fare con il dispositivo in sé, ma con l’assenza di un sistema strutturato ed efficiente per la sua gestione. L’affermazione del ministro Nordio rappresenta un’inaccettabile forma di scaricabarile istituzionale.

Lo Stato, per prevenire o assumere con efficacia la questione della violenza contro le donne, dovrebbe piuttosto facilitare e sostenere, con risorse apposite, una rete capillare di centri antiviolenza e case rifugio, per assistere le vittime e per agevolare percorsi di fuoriuscita dalla violenza. 

Ancora una volta, rappresentanti di questo governo di destra – centro, hanno perso un’occasione per stare in silenzio e di lavorare per la risoluzione dei problemi.

ROSA MONTALTO
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Commercialista e Revisore legale. Per oltre 30 anni impegnata nell’associazionismo d’impresa e, dal delitto di Libero Grassi, nell’associazionismo antiracket e antiusura. Vicepresidente Comitato Pari Opportunità ODCEC di Palermo. Componente di Giunta della Camera di Commercio di Palermo-Enna per due mandati e componente del Consiglio Camerale per quattro mandati fino al 2023. Responsabile Pari Opportunità di Italia Viva Sicilia

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1 commento

  1. Sono assolutamente d’accordo. Tra le molte delusioni del governo Meloni Nordio è la più grande. Si sperava che un tecnico preparato e dal passato garantista potesse fare la differenza, e invece l’inadeguatezza al ruolo si rivela ogni giorno più profonda e irrecuperabile. In tutti gli aspetti del ministero che gli è stato affidato.

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