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LAVORO E SALARI: MA L’ITALIA, PRODUTTIVITA’ VA CERCANDO?

Sul referendum, dopo i silenzi, la disputa si infuoca. Ma nulla è chiaro. La politica persiste nella propaganda. Prevale quell’eterna patologia del pensiero per cui con soluzioni semplici si risolvono questioni complesse.

 Tanto più che al centro della consultazione è una questione come il lavoro che in Italia scivola tra paradossi e stranezze. 

Negli ultimi anni l’occupazione è aumentata. In una misura che non ha precedenti. Secondo l’Istat, a febbraio 2025, ha raggiunto il 63,0%, il livello più alto dal 2004. Anche se il Pil non è cresciuto altrettanto. In Europa però, siamo con l’occupazione più bassa. Fra l’otto e il nove per cento in meno grosso modo. 

Altra contraddizione: abbiamo il più alto numero storico di persone che lavorano, ma i loro salari sono tra i più bassi in Europa. Si tuona contro il lavoro povero. Non pochi documentano che, pur avendo con un lavoro e un reddito, devono rivolgersi alla Caritas. 

Vero, tutto vero. Ma si grida senza discutere. Si preferisce esultare o inveire senza capire e far capire. Eppure, un minimo approfondimento della questione vedrebbe già emergere un divario forte, per esempio, tra la produttività nostra e rispetto agli altri. 

Cos’è la produttività? È la misura del numero di beni che si riesce a realizzare in un tempo dato. Qual è il rapporto tra produttività nostra e quella degli altri? Pessimo. Guardando le cifre pubblicate da www.rivistapaginauno.it, “nel periodo 1999–2022, la produttività del lavoro in Italia è diminuita del 4,8%, mentre i salari reali sono calati del 7,3%. In contrasto, nei Paesi UE-27, la produttività è cresciuta del 21,5% e i salari reali del 17,6% nello stesso periodo”.

Stando così le cose possono i salari italiani non essere bassi? Comunque, più bassi di quelli che pagano le imprese che godono di una produttività maggiore? Che dunque possono vendere di più e fare più profitti? Non possono. 

Infatti, per fare un esempio, nel 2021, la retribuzione media annua lorda per dipendente in Italia era di circa 27.000 euro, inferiore del 12% rispetto alla media UE e del 23% rispetto a quella tedesca. La paga oraria media lorda in Italia era di 15,55 euro, contro i 16,9 euro dell’area Euro, i 19,66 della Germania e i 18 della Francia (www.infodata.ilsole24ore.com).

E allora? Semplice. Bisogna che l’Italia aumenti la sua produttività. Lo dice da tempo Mario Draghi con qualche insistenza. Inascoltato. 

I sistemi ci sono eccome. Basta guardare all’Europa: digitalizzazione, formazione permanente dei lavoratori, formule efficaci che associno formazione e lavoro. Ma nulla si muove. Il divario cresce, si grida in piazza, si promuovono proteste e referendum. 

Ma nessuna polemica può sfuggire ad un argomento di fondo: il divario di cui si parla tra produttività e salari ha iniziato a formarsi tra gli anni ‘90 ed il 2000. Poi è esploso. Nessuno ha visto? Eppure, l’argomento era sollevato. Talora non senza ironia, alcuni, volendo criticare un certo lassismo operaio in Italia, citavano Jerome Klapka Jerome che scriveva: “… il lavoro mi piace, mi affascina: posso stare ore ed ore a guardare la gente che lavora. Mi piace tenerlo accanto a me; e l’idea di liberarmene quasi mi spezza il cuore…”.

Ma si è lasciato immutato il corso delle cose, anche per tenere quel vantaggio che oggi Draghi denuncia: lasciare i salari bassi per rendere i nostri prodotti più competitivi all’estero. Oggi quel modello non regge più. La misura è colma. Ora si polemizza sempre sulle crisi. Sulle soluzioni non si ragiona mai.

GIOVANNI PEPI
Giovanni Pepi
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Giovanni Pepi è giornalista e fotografo. Da giornalista ha ha diretto per 34 anni il Giornale di Sicilia come Condirettore responsabile con Antonio Ardizzone, direttore ed editore. E’ stato i fondatori di Tgs, di Rgs e del sito gds.it. Come fotografo ha esposto, tra l’altro, al Vittoriano di Roma, al Loggiato di San Bartolomeo di Palermo, all’ex convento dei Filippini di Agrigento. L’Assemblea Regionale Siciliana gli ha dedicato una mostra antologica. Ha creato e gestisce SE E’ COSI’, blog di politica e fotografia (https://www.giovannipepi.it/)

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