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PROVINCE E CENTRODESTRA: PARTITI BUS, BLOCCATI ALLE FERMATE

Ma il centrodestra che governa la Sicilia è una coalizione solo alla Regione?

Domenica si è votato in Sicilia per le Province. Voto di secondo livello, solo per gli addetti ai lavori, sindaci e consiglieri comunali delle città e dei paesi che ricadono nel territorio di ciascuna provincia, e voto pesato, in funzione delle dimensioni del comune che si rappresenta. Niente elezioni “dirette”, infinite volte annunciate, altrettante ritirate. 

Pur con queste “limitazioni”, voto importante, a valle di più di dieci anni di commissariamento, e con una situazione delle Province devastante. Basti pensare alla principale competenza delle Province, le strade provinciali appunto, ridotte ad un livello di dissesto assoluto nell’incuria generale. 14.000 km di asfalto rabberciato, buche, smottamenti, qua e là segnalazioni di lavori in corso, ma senza cantieri né operai.

In queste condizioni il centrodestra siciliano ha dato il meglio di sé: ha confermato di essere un’armata Brancaleone formata tanti piccoli ras mini-ras in perenne lite tra loro, senza alcun riferimento nei partiti che lo costituiscono (ormai ridotti ad autobus su cui salire o da cui scendere a seconda della convenienza), con l’unico obiettivo di confermare posizioni di potere locale che ne garantiscano la sopravvivenza. 

I partiti del centrodestra? Appunto, autobus. Nelle Province, gli accordi sono stati fatti direttamente dai big e mini-big locali, alla faccia delle posizioni ufficiali delle segreterie e, ancor di più, delle alleanze canoniche di Palazzo d’Orleans.

Cosa accadrà domani? Assolutamente nulla. O meglio, le Province cercheranno di riprendere a funzionare, soprattutto quelle in cui l’impronta di civismo ha prevalso (Trapani, Agrigento, con i nostri Presidenti Quinci e Pendolino), pur nelle evidenti difficoltà di personale e risorse finanziarie. 

Alla Regione, Schifani e il suo governo riprenderanno la loro navigazione sotto costa, di bassissimo profilo, ricca soltanto di annunci e proclami; in realtà continuando nella ricerca di una tregua nelle guerre (lì sì…) tra le segreterie dei partiti, fredde o dichiarate, per l’occupazione delle posizioni apicali (sanitarie e non). 

Mentre il disastro avanza in tutti i settori. 

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Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.

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