Domani, 23 luglio, la Commissione Sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) sarà chiamata a esaminare la proposta di rimodulazione della Rete Ospedaliera presentata dall’Assessorato alla Salute.
Il documento, naturalmente atteso con grande interesse e non poca apprensione, ha straordinaria valenza strategica, in quanto viene a ridisegnare il panorama dell’assistenza sanitaria sull’isola, con implicazioni significative per cittadini, operatori e territori.
In particolare, la bozza definisce la futura destinazione dei posti letto nelle singole discipline: si pretende, quindi, che sia in grado di interpretare le necessità di Salute delle diverse province, nel rispetto delle specializzazioni, delle patologie, dell’andamento demografico per fasce d’età, ma anche della raggiungibilità dei vari territori.
Eventuali tagli od incrementi nella capacità ricettiva della Rete Ospedaliera vanno quindi accuratamente calibrati nel rispetto dei paramenti di riferimento nazionali, ma anche di aspetti specifici e locali, purché siano valutati oggettivamente e non in funzione di logiche di sponsorizzazione politica.
Tutto questo, nella bozza esistente, semplicemente NON ESISTE: la bozza attuale:
- Crea disparità territoriali inaccettabili, con alcune province con un numero di posti letto inferiore non solo alla media nazionale, ma anche ai limiti previsti dall’O.M.S.;
- Ignora dati demografici ed epidemiologici, ma anche le difficoltà di raggiungimento di diversi territori in una regione critica per i trasporti;
- Minaccia le eccellenze specialistiche territoriali, con le cancellazione di unità operative essenziali;
- Soprattutto presenta un grado di arbitrarietà insopportabile, con il chiaro intervento di sponsor politici che hanno determinato scelte altrimenti incomprensibili. NON E’ POSSIBILE CHE LA SALUTE DEI CITTADINI DIPENDA DALL’ESSERE NATI IN UN COLLEGIO DI UN POLITICO “POTENTE”!
- Infine, non dimostra alcun collegamento con la rete territoriale della salute, prevista nel PNRR, ciò che invece sarebbe auspicabile e virtuoso.
- Un piano ospedaliero equo non può sacrificare i territori più vulnerabili né le eccellenze mediche che vi operano. Soprattutto deve discendere da valutazioni tecniche oggettive in comparazione con gli standard nazionali ed internazionali.
QUESTE CONDIZIONI NON SONO RISPETTATE NELLA BOZZA PRESENTATA DALL’ASSESSORATO, CHE DEVE QUINDI ESSERE RITIRATA!