C’è un libro di un autore agrigentino che si intitola “Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia”. Mi è tornato in mente stamattina, leggendo la rassegna stampa.
L’uragano giudiziario e politico che si sta abbattendo sulla mia terra sta mostrando, una dopo l’altra, tutte le sue storture. Quelle nascoste, quelle rimosse, quelle che abbiamo finito per tollerare.
Io sono e resto una garantista: gli indagati sono innocenti fino a prova contraria.
Ma il fatto politico, quello sì, voglio commentarlo. Quello sì, lo voglio cambiare.
Sono davvero stanca della solita storiella del Gattopardo, che in Sicilia “si cambia tutto per non cambiare niente”. Una favola che serve solo a convincerci ad arrenderci. Ma io non mi arrendo. E credo che nemmeno tanti altri siano più disposti a farlo.
Lo dimostra bene l’ennesima, desolante vicenda che vede protagonisti il Presidente della Regione Siciliana e i suoi rappresentanti.
Il fatto: una cittadina protesta pubblicamente per le condizioni dell’ospedale pediatrico Di Cristina di Palermo. Una scena tristemente comune, che dovrebbe generare ascolto, assunzione di responsabilità, soluzioni.
E invece no. Scatta subito la caccia al capro espiatorio.
Il copione è vecchio, quello di sempre. Il Presidente Renato Schifani e l’Assessora alla Salute Giovanna Volo non perdono tempo: attaccano duramente la Dott.ssa Farinella.
Accuse gravi, sproporzionate, che odorano di populismo e servono solo a dare in pasto all’opinione pubblica un volto da sacrificare, per far credere che “qualcosa si sta facendo”. Quando invece si sta solo scaricando la colpa. Cambiare tutto per non cambiare niente. Ancora.
Arrivano perfino a chiederne la rimozione. Un atto grave, che presto si rivelerà una vera e propria “minchiata”, per usare le parole del deputato regionale Vitrano, che curiosamente, si esprime sulla vicenda.
Poiché fare marcia indietro pubblicamente significherebbe ammettere l’errore. Ma la toppa pensata è ancora peggiore: Vitrano e il direttore sanitario dell’ospedale cercano di “risolvere” il tutto spingendo la Dott.ssa Farinella a prendersi 15 giorni di ferie o, peggio, di malattia. Un modo per spegnere il caso mediatico senza risolvere nulla. Si chiama mobbing, si chiama violenza privata.
È una delle pagine più tristi della sanità siciliana recente.
Con un Presidente impegnato solo a proteggere la propria immagine.
Con un deputato che interviene senza alcun titolo.
Con un direttore sanitario più attento a compiacere il potere che a tutelare chi lavora con coscienza.
Ma in questo quadro desolante c’è un elemento che fa sperare: una professionista, una donna giovane, che sa di aver operato correttamente e che rifiuta il compromesso. Non si piega.
Da qui si riparte. Dal coraggio di chi non accetta di essere usato. Dalla dignità di chi non si lascia intimidire dal potere. Dalla speranza che le donne e gli uomini liberi di questa terra si stanchino per davvero e scelgano di far saltare il sistema.
Una piccola guerra lampo.
Professionista con consolidata esperienza nel settore pubblico e istituzionale, ho ricoperto incarichi di responsabilità in diversi Ministeri, enti locali e gruppi parlamentari, sviluppando competenze avanzate in relazioni istituzionali, consulenza giuridica e coordinamento amministrativo. Laureata con lode in Giurisprudenza, ho arricchito la mia formazione con un master internazionale in diritto e un executive course alla Luiss School of Government.