Il cantiere di Casteldaccia sulla A/19 ha avuto un indiscutibile merito: ha richiamato l’attenzione su questa autostrada, già da tanto tempo in condizioni disastrose, ma alle quali i Siciliani, come troppe volte purtroppo avviene, si erano in qualche modo assuefatti.
Ma con il cantiere di Casteldaccia, a due passi da Palermo, è successo qualcosa di più: restare bloccati in autostrada per 2-3 ore nel primo, caldo, ponte di giugno. Sentirsi rispondere che la situazione sarà questa per qualche mese e che l’unica soluzione è portare con sé abbondanti scorte di acqua. Ecco, a questo punto, anche la endemica apatia, la tradizionale indolenza dei Siciliani si è scossa e la protesta si è gonfiata.
A quel punto, il commissario alla A/19, ma in realtà a tutto, Renato Schifani ha cercato un capro espiatorio, lo ha individuato nei due sub commissari, li ha costretti alle dimissioni, ha convocato urgentemente l’ANAS e…è tornato nel suo torpore.
I Siciliani dimenticano in fretta, per sua fortuna. Basta finanziare qualche sagra.
Ma noi non vogliamo dimenticare, non vogliamo rinunciare al diritto di avere un sistema autostradale quantomeno decoroso, degno di un Paese occidentale. Invece, oggi imboccare quell’autostrada significa avventurarsi in un interminabile viaggio della speranza. Si sa quando si parte, ma non quando si arriva.
E allora abbiamo compiuto un sopralluogo percorrendo la A/19 nel verso Catania-Palermo, sabato mattina, 7 giugno 2025.
Sono 192 chilometri, in condizioni normali meno di due ore sarebbero ben sufficienti. E invece, tra la partenza e la meta, insistono ben 18 INTERRUZIONI.
Sì 18 interruzioni, quasi una ogni 10 chilometri, per una estensione dei tratti interessati da “lavori” stimabile nel 20% della lunghezza complessiva.
Un catalogo di tutte le possibili categorie di interruzioni.
Qualche interruzione di modesta portata, con un semplice restringimento di carreggiata, magari per la riparazione di un giunto o di un tratto di guard-rail, tale da determinare solo una modesta riduzione della velocità.
Qualche restringimento di carreggiata più rilevante, volto ad impedire il simultaneo passaggio sulla carreggiata di due veicoli, magari pesanti, immagino per la preoccupazione sulla resistenza strutturale della strada in presenza di un carico particolarmente consistente.
Diversi scambi di carreggiata, con condizione di maggiore rischio e conseguente drastica riduzione della velocità e formazione di code, in presenza di veicoli pesanti e lenti.
Il tratto nelle condizioni peggiori è senza dubbio quello centrale, compreso tra Enna e Caltanissetta, dove si viaggia su un’unica carreggiata semplicemente perché…l’altra non esiste! La carreggiata va interamente ricostruita, a partire dai piloni di sostegno.
Ecco, il problema fondamentale è che la presenza di restringimenti o del cambio di carreggiata è sempre correttamente indicata: i lavori sono segnalati, ma, nella stragrande maggioranza dei casi i cantieri non esistono!
Operai al lavoro se ne vedono pochissimi, ciò che rende del tutto imprevedibile la conclusione dei lavori. Anche dove i lavori in programma consistono nell’intera ricostruzione della carreggiata a partire dai piloni di sostegno, la presenza di operai, ma anche di macchine operatrici, è assolutamente insufficiente e lascia pensare a tempi biblici per il completamento.
L’ANAS sostiene il 90% dei cantieri sarà completato entro il 2026. Schifani naturalmente non ne ha la minima idea, forse pensa su chi potrà scaricare la responsabilità di questo ennesimo fallimento.
Noi…vorremmo essere cinesi, dove probabilmente ci riuscirebbero anche entro il 2025. O forse preferiamo restare siciliani, ma vorremmo avere un governo normale.
La nostra battaglia, naturalmente, non si fermerà. Lo dobbiamo ai Siciliani, che quotidianamente restano schiavi dell’incapacità del presidente della Regione a svolgere il suo ruolo. Anche se vuole essere commissario a tutto.
Docente di Ingegneria dei Trasporti presso l'Università di Palermo, con oltre 25 anni di esperienza nella ricerca e nell'insegnamento nei settori della mobilità sostenibile e della pianificazione dei trasporti. Ha collaborato a numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali sul miglioramento dei sistemi di trasporto pubblico. Il suo interesse principale riguarda l'analisi e la progettazione di soluzioni innovative per la mobilità sostenibile nel trasporto passeggeri e merci.