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DISSALATORI: FORSE SI MUOVONO SOLDI MA ANCORA L’ACQUA RISTAGNA

Nel ristagnante panorama politico siciliano – in cui assurgono a livello di notizie da prima pagina la guerra intestina al PD siciliano tra “mancisti” e “rigoristi” o lo zero virgola di crescita del PIL subito assunto come testimonial dell’efficacia del governo Schifani – esplode la bomba WeBuild.

Cosa è accaduto? Il gigante mondiale dell’edilizia, già incaricato della realizzazione del Ponte sullo Stretto, propone un investimento pro bono di 900 milioni di euro (!) per la realizzazione di dissalatori in Sicilia.

Non quelli mobili, di portata limitata, promessi da almeno due anni dal nostro governatore; MA quelli veri, grandi, che potrebbero risolvere per sempre il problema della siccità in tutta la Sicilia e dare acqua ogni giorno a 4,8 milioni di siciliani. Immediata l’esultanza della Lega, da sempre grande sponsor nazionale di WeBuild.

Ora, io sono convinto che il tempo dei mecenati o dei benefattori disinteressati sia finito da un pezzo. Salini, patron di WeBuild è un imprenditore di livello internazionale, con cantieri aperti da tutte le parti del mondo. Con una procedura discutibile ha riottenuto l’appalto del Ponte sullo Stretto. Già adesso, in Sicilia, pur se con grandi difficoltà, sta portando avanti diversi lotti della ferrovia Palermo-Catania, sì, proprio quella a rischio trasferimento dei fondi PNRR di cui più volte abbiamo parlato.

La sua proposta è ovviamente un investimento, per il quale, altrettanto ovviamente, si aspetta un ristoro o, magari, la gestione del servizio

Con queste premesse, l’immediata reazione di esultanza della Lega appare del tutto fuori luogo. Cosa possiamo aspettarci, invece? Provo a formulare un paio di ipotesi.

  • Da una parte è possibile pensare che WeBuild voglia inserirsi in extremis nella torta del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, la cui attuazione è nei fatti già in ritardo, considerato che siamo a metà 2025 e non si è praticamente speso nulla. Una torta da cui sono stati già tagliati 1,3 miliardi per la costruzione del ponte e 800 milioni per i termovalorizzatori, opere dai tempi di esecuzione lunghissimi e di incerta effettiva realizzazione.
  • In alternativa, WeBuild potrebbe pensare di chiedere la gestione del servizio, con una partnershippubblico-privato tutta da costruire. Il pubblico metterebbe invasi e rete di distribuzione (ancorché fatiscenti); il privato l’acqua, che oggi, anche se poca, è bene pubblico e quindi gratuita. Quale sarebbe l’impatto per i consumatori?

Insomma, una questione complessa e tutta da definire. Cosa faranno Schifani ed il suo governo?

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Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.

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