Nel clima di grande incertezza che accompagna Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025 sia per le iniziative culturali ed organizzative che per le lacune infrastrutturali, va maturando l’iniziativa portata avanti dal Libero Consorzio Comunale per la realizzazione di un aeroporto in provincia di Agrigento.
L’iniziativa nasce sulla spinta della politica locale per tentare di trovare soluzioni alternative all’accesso ferroviario e stradale, quest’ultimo profondamente segnato da lavori di manutenzione straordinaria il cui inizio si perde negli decenni trascorsi.
La proposta, già approdata al MIT, pone tuttavia alcuni interrogativi:
- Con una offerta infrastrutturale che determina tempi di accesso da Palermo anche fino a 4 ore, la soluzione della realizzazione di un aeroporto sembra proprio l’unica soluzione possibile che, come si legge in una recente dichiarazione, “colmerà il gap infrastrutturale finora esistente con le altre province siciliane”[1]. Estremizzando tale affermazione, ci si deve attendere la presenza di nove aeroporti in Sicilia? La risposta è certamente SI, anche senza estremismi. Contemporaneamente alla predisposizione della documentazione per l’aeroporto agrigentino, anche Messina ha costituito un Consorzio per la realizzazione di un aeroporto a Pace del Mela!!
- Il progetto individua nella piana di Licata il sedime per la costruzione della nuova infrastruttura. Ma quali infrastrutture garantiranno l’accesso rapido (confrontabile ai tempi del trasporto aereo) dalla provincia alla nuova aerostazione? Gli esempi di scarse infrastrutture di accesso sono ben rappresentati dagli aeroporti di Comiso e, per la parte ferroviaria soltanto oggi in fase di realizzazione, dall’aeroporto di Birgi,
- I primi documenti di progetto dell’aeroporto stimano in circa 660.000 il numero di passeggeri/anno movimentabili. D’altra parte è generalmente condiviso il valore 1 milione di passeggeri come il minimo per garantire la sostenibilità economica. Quale sostenibilità economica si immagina per il futuro aeroporto? Chi e con quali risorse si coprirà l’eventuale gap?
- L’inserimento di un nodo così importante per l’accesso alla Sicilia, dovrebbe trovare riscontro nei documenti di pianificazione della Regione. Quale ruolo si intende affidare ad Agrigento nel generale tema dell’accesso all’isola? Quale rapporto con gli altri aeroporti che già oggi vivono un momento di grandissima incertezza sul loro futuro, sia in termini di governance che di rapporti con le compagnie aeree? Esiste una pianificazione complessiva?
- E mentre, dal punto di vista della pianificazione trasportistica, le luci si spengono su Agrigento, che iniziative si stanno preparando per garantire un adeguato accesso a Gibellina, Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026? Forse un nuovo aeroporto?
Nel frattempo dallo scorso 14 aprile 2025, sono entrati in funzione due nuovi collegamenti ferroviari diretti tra la stazione di Agrigento Centrale e l’aeroporto internazionale di Palermo “Falcone e Borsellino”. Questa iniziativa nasce con l’intento di potenziare e rendere più agevole l’accesso alla Città dei Templi, in previsione del significativo incremento dei flussi turistici atteso nel corso del 2025, e migliorare la fruibilità del territorio sia per i visitatori che per i residenti una mobilità più funzionale. Il nuovo servizio garantirà il collegamento in 2 ore e 35 minuti, con una riduzione di circa un’ora rispetto ai tempi attuali.
La migliore performance non è legata ad interventi sulla infrastruttura né, tanto meno, a treni più veloci, ma ad una riduzione della distanza percorsa (evitando la stazione centrale del capoluogo), all’eliminazione del cambio in corrispondenza della stessa stazione (mediamente circa 30 minuti) e all’abolizione del servizio passeggeri in alcune stazioni del tratto di linea da Termini Imerese ad Agrigento.
Insomma, semplici interventi sull’esercizio che valorizzano collegamenti diretti senza penalizzare il capillare servizio viaggiatori. Di più al momento non può farsi senza intervenire sull’infrastruttura. Dobbiamo quindi davvero credere che il trasporto aereo rappresenti la soluzione a tutte le criticità legate alla mobilità sull’isola? È lecito nutrire qualche dubbio. Sebbene l’aviazione offra indubbi vantaggi in termini di velocità e collegamenti a lunga distanza, non è certamente l’unica risposta ai bisogni di accessibilità dei territori, specialmente se si guarda con attenzione alla situazione del capoluogo agrigentino e dell’ampia fascia meridionale della Sicilia. In queste aree, caratterizzate da una storica carenza di collegamenti infrastrutturali efficienti e da una conformazione territoriale complessa, potrebbe risultare più opportuno valutare ipotesi di sviluppo alternative, magari sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, che sappiano rispondere in modo più capillare ed equilibrato alle reali esigenze di mobilità delle comunità locali.
[1] https://ilsicilia.it/aeroporto-agrigento-lupi-pronti-i-documenti-per-il-mit/
Docente di Ingegneria dei Trasporti presso l'Università di Palermo, con oltre 25 anni di esperienza nella ricerca e nell'insegnamento nei settori della mobilità sostenibile e della pianificazione dei trasporti. Ha collaborato a numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali sul miglioramento dei sistemi di trasporto pubblico. Il suo interesse principale riguarda l'analisi e la progettazione di soluzioni innovative per la mobilità sostenibile nel trasporto passeggeri e merci.