Nella discussione sui termovalorizzatori in Sicilia, è rimasta finora in secondo piano la riflessione sull’impatto ambientale associato ai mezzi che accederanno al sito di Bellolampo per portare gli scarti da bruciare.
Al contrario, la progettazione e la realizzazione di impianti di incenerimento (e di qualsiasi infrastruttura in grado di provocare un forte impatto, ambientale, sociale, ecc.) andrebbe subordinata, già nella fase di progettazione di massima e di individuazione del sito, alla negoziazione con le comunità interessate all’insediamento ed alle sue influenze nel territorio circostante.
Con l’aiuto di tecnici ed esperti del settore, ho condotto alcuni calcoli, che dimostrano quanto sia forte l’impatto che l’inceneritore di Bellolampo avrà sulla viabilità e sulla qualità dell’ambiente di una vasta zona di Palermo, circostanza di cui sembra nessuno abbia tenuto conto.
Gli atti di gara per l’aggiudicazione della progettazione del “Termovalorizzatore di Palermo” sono relativi alla “costruzione di un nuovo termovalorizzatore con una capacità nominale di incenerimento di 300.000 tonnellate di rifiuti residui all’anno.” Quando si scrive “nuovo termovalorizzatore” si presuppone che ce ne sia uno vecchio, che non c’è, quando si scrive “Termovalorizzatore di Palermo” si dimentica che il rapporto più significativo ed esclusivo che l’impianto avrà con Palermo è solamente la collocazione a Bellolampo.
Sempre dagli atti di gara, si ricava che l’inceneritore di Bellolampo è previsto debba trattare annualmente 300.000 ton di “rifiuti residui all’anno (circa 38 tonnellate l’ora, considerando una disponibilità annuale di 8.000 ore …..”[1] e che “lo stesso viene dimensionato con riferimento alla produzione rifiuti del bacino della Sicilia Occidentale comprendente il territorio delle provincie di Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta (2,31 milioni di abitanti serviti su un totale di 4,84 milioni, corrispondente al 47,7%)”.
Tra gli obiettivi del progetto, oltre quello generico di “migliorare la gestione dei rifiuti a livello regionale”, è previsto che con l’inceneritore si possano “ridurre gli impatti negativi sulla salute umana, attraverso la riduzione dell’inquinamento ambientale e dei gas serra, in conformità con la legislazione nazionale e comunitaria vigente nel settore della gestione dei rifiuti urbani”, precisando che la “riduzione delle emissioni di gas serra [avverrà] grazie alla sottrazione dei rifiuti alle discariche e alla parziale sostituzione dei combustibili fossili utilizzati per la produzione di calore ed elettricità.”
Sempre secondo gli atti di gara, la localizzazione a Bellolampo è stata condotta valutando, limitatamente agli interessi della presente nota: b) un buon accesso alla rete stradale: la zona è servita da autostrade e strade statali/provinciali verso le direttrici di Trapani-Agrigento-Caltanissetta, nonché ferroviarie come il passante di Palermo e tratte Palermo-Trapani, Palermo-Agrigento e Palermo-Xirbi (Caltanissetta); c) una distanza sufficiente dalla più vicina area residenziale e dall’area Natura 2000;”.
Dal Piano “Gli scarti che verranno inviati alla valorizzazione energetica (TMV) deriveranno per la maggior parte dal pretrattamento, mediante “piattaforme intermedie” di selezione/recupero/raffinazione, dei Rifiuti Indifferenziati (RI) e dei Rifiuti Differenziati (RD). Le predette “piattaforme intermedie” costituiscono un’evoluzione degli attuali impianti di trattamento meccanico/ meccanico biologico (TM/TMB)”.
Tornando ai numeri previsti dal Piano, la provenienza degli scarti con i quali alimentare il termovalorizzatore fino alla capacità totale di 300.000 tonnellate anno, sarà: 48.000 tonnellate Agrigento (16%), 18.000 tonnellate Caltanissetta (6%), 96.000 tonnellate Trapani (32%), 138.000 tonnellate provincia di Palermo (46%), di cui 111.000 tonnellate trattate dalla piattaforma RAP, che già insiste sul sito di Bellolampo.
Ne consegue che dovranno essere trasportate a Bellolampo 189.000 tonnellate di scarti all’anno: solitamente si utilizzano:
- Camion con cassone coperto: per proteggere il materiale dalle intemperie e ridurre dispersioni.
- Autocarri con contenitori specifici: adatti per trasportare materiali sfusi come il CSS, spesso dotati di sistemi per facilitare carico e scarico.
- Contenitori chiusi: per minimizzare impatti ambientali e dispersioni durante il trasporto.
In ogni caso si tratta di mezzi la cui portata utile media (che mette d’accordo efficacia, efficienza ed economicità del trasporto) è di 12 tonnellate.
Per cui da Agrigento dovranno arrivare, in un anno 4.000 autocarri (48.000 ton/12 ton); da Caltanissetta 1.500 (18.000/12); da Trapani 8.000 (96.000/12); dalla provincia di Palermo, escludendo i rifiuti trattati dalla piattaforma RAP, che insiste nella medesima località di Bellolampo, dovranno arrivare 2.250 autocarri (27.000/12). In totale 15.750 autocarri l’anno.
Osservando i dati del 2025, escludendo le domeniche e i giorni festivi nazionali[2], i giorni lavorativi in un anno sono stati 251 se si esclude il sabato. Utilizzando nella nostra proiezione questi dati, ogni giorno della settimana e nell’arco della giornata, verso Bellolampo potrebbero arrivare 63 compattatori (15.750/251)
Relativamente all’itinerario che gli autocarri dovranno percorrere per raggiungere l’inceneritore vale quanto segue:
- Gli autocarri provenienti da lato orientale di Palermo (lato Messina) dovranno percorrere la circonvallazione di Palermo, fino ad arrivare all’incrocio con la Via Leonardo da Vinci (strada urbana), oppure con il Viale Michelangelo (strada urbana), percorrerli fino ad arrivare alla via Castellana (strada urbana che interseca il popoloso quartiere di Borgo Nuovo, costeggia il Presidio Ospedaliero “Villa delle Ginestre” e lambisce il Distretto Sanitario “Casa del Sole”[3]) e, infine, imboccare la Strada Provinciale n.1, strada di montagna, dal percorso tortuoso, che attraversa una pineta, fino all’ingresso alla piattaforma.
- Gli autocarri provenienti dal lato occidentale (lato Trapani), laddove non volessero arrivare fino all’incrocio Circonvallazione/via Leonardo da Vinci – Viale Michelangelo e percorrere l’itinerario descritto prima, potrebbero scegliere, dopo avere percorso l’autostrada PA-Mazara del Vallo, di attraversare, lungo strade urbane, i centri abitati di Villagrazia di Carini e Torretta per arrivare sempre alla Strada Provinciale n.1.
In definitiva per arrivare alla piattaforma di Bellolampo gran parte, se non tutti, gli autocarri, da qualsiasi territorio provengano, dovranno interessare l’area urbana di Palermo percorrendo strade ad alta densità abitativa e di traffico sostenuto (Circonvallazione di Palermo, via Leonardo da Vinci, viale Michelangelo, via Castellana) e la Strada Provinciale n.1, oppure, in minima parte ed in alternativa, attraversare i centri abitati di Villagrazia di Carini e Torretta.
Il traffico prodotto da 63 autocarri carichi di rifiuti che, ogni giorno percorrono, in andata e ritorno, l’itinerario sopra descritto, accumulandosi nei tessuti degli organismi ed aumentando la loro concentrazione, salendo ai livelli trofici superiori, possono provocare inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua, nonché danni alla salute umana e alla biodiversità.
Nel dettaglio, gli esperti consultati parlano di:
- Inquinamento atmosferico. Le emissioni prodotte dagli autocarri includono: • particolato fine (PM, particelle molto piccole, alcune delle quali sono così fini (PM2.5 e ultrafini) da poter penetrare profondamente nei polmoni, causando danni e malattie respiratorie; • ossidi di azoto (NOx, gas che possono causare irritazioni polmonari e contribuire alla formazione di smog (ozono a livello del suolo); • monossido di carbonio (CO, gas velenoso e inodore che può causare sintomi simili alla privazione di ossigeno, come vertigini e affaticamento); • composti organici volatili (COV, gas come il benzene che, insieme agli NOx, possono formare ozono troposferico, contribuendo allo smog, soprattutto nei mesi estivi.
- Emissioni di gas serra: l’alimentazione diesel emette gas serra come l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4) e l’ossido di azoto (N2O), contribuendo al cambiamento climatico. La salita aumenta il consumo di carburante e quindi le emissioni.
- Rumore: il traffico degli autocarri genera rumore, che può essere un problema per le comunità vicine alla strada. Il rumore è percepito come disturbante soprattutto di notte.
- Inquinamento del suolo e dell’acqua: se il CSS non è gestito correttamente, possono verificarsi perdite o sversamenti (percolati) che contaminano il suolo e l’acqua.
- Polveri e particolato: il trasporto del CSS può generare polveri e particolato, specialmente se vengono utilizzati mezzi a container non coperti adeguatamente.
- Il peso ed il numero degli autocarri possono influire sulla qualità delle pavimentazioni delle strade.
- Aumento del traffico e del rischio incidenti.
Gli inquinanti ambientali di cui si scrive sono sensibili al fenomeno del bioaccumulo, fenomeno che si verifica quando sostanze tossiche come metalli pesanti e composti chimici di sintesi, non potendo essere eliminate, si depositano negli organismi viventi e nell’ambiente. Le sostanze accumulate possono entrare a contatto con l’uomo attraverso il respiro, l’ingestione o il contatto e l’accumulo può risalire la catena alimentare.
In conclusione, il tema è grave ed importante. E pone in fortissima discussione la scelta del sito di Bellolampo per l’ubicazione del termovalorizzatore per la Sicilia occidentale. Troppo vicino al centro abitato, con strade di accesso strette e fortemente trafficate.
Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.


