L’art. 32 della Costituzione, che garantisce il diritto alla salute, individua nel Servizio sanitario Nazionale l’Istituto deputato alla tutela della salute pubblica.
Su questa base giuridica l’on. Davide Faraone, vice Presidente nazionale di Italia Viva, ha presentato il 6 ottobre scorso, formale esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo per lo stato di abbandono delle strutture sanitarie pubbliche delle aree interne siciliane e in particolare dell’Ospedale “Dei Bianchi” di Corleone.
Una denuncia dura, quella del nostro parlamentare che negli anni e nei mesi scorsi ha percorso migliaia di chilometri per far visita ai diversi Ospedali siciliani ed incontrare il personale sanitario e i pazienti delle tante strutture pubbliche siciliane. Una denuncia che sosteniamo e condividiamo. Spesso Faraone è stato punto di riferimento per i tanti cittadini senza voce o che non hanno avuto gli strumenti per rivendicare i propri diritti di fronte ad una sanità pubblica sorda.
Nell’esposto di Faraone si prefigurerebbe anche il reato di omissione di atti di ufficio e di interruzione di pubblico servizio per chi ha avuto ed ha ruoli di responsabilità nella amministrazione e nella gestione della sanità pubblica e ha dirottato, con l’approvazione dei programmi sanitari regionali e durante la gestione delle ASP, risorse verso le strutture le sanitarie delle coste, dei grandi centri e dei privati a discapito delle aree interne siciliane. Vedremo come procederanno i magistrati.
Gli ospedali negli anni sono diventati solo dei pronto soccorso (hanno avuto penalizzate radiologia, psichiatria, cardiologia, chirurgia e pediatria e ginecologia per esempio) e non sono nelle condizioni di far fronte ad una popolazione di diverse decine di migliaia di persone costrette, a raggiungere gli ospedali delle città o delle coste su vie di comunicazione fatiscenti o ricorrere ai privati.
Sulla salute pubblica si misura il livello di efficienza delle amministrazioni e il livello di civiltà delle comunità e su questo la Sicilia non solo annaspa ma presenta i contorni della cattiva gestione. Continueremo assieme ai nostri rappresentanti nelle Istituzioni a lottare perché anche nelle aree interne il livello sia quello di un Paese normale. La salute è un diritto inalienabile, anche per evitare la fuga di tanti giovani e delle loro famiglie che vanno via abbandonando case e sacrifici di una vita.


